Il Consiglio dei Ministri approva il DDL in materia di filiazione: mai più figli di serie A e B. L’avvocato Mariarosaria Della Corte: “Dal concetto di potestà a quello di responsabilità”
Grandi novità dal Consiglio dei Ministri per i genitori separati con figli minorenni.
Il 12 luglio, infatti, è stato approvato lo schema di decreto legislativo che elimina ogni discriminazione tra figli legittimi e figli naturali e precisa che per la legge non esistono figli legittimi e figli naturali.
Il testo del decreto stabilisce cioè l’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e quindi l’eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli “legittimi” e “naturali” e la sostituzione degli stessi unicamente con quello di “figlio”.
Non bastasse, il decreto comporta il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori.
Una svolta importante secondo l’avvocato Mariarosaria Della Corte, che nel suo studio di Roma ai Parioli si occupa con brillanti esiti di diritto di famiglia, tutela della persona e dei minori.
“Introdurre il concetto di responsabilità genitoriale che sostituisce quello ormai desueto di potestà genitoriale”, spiega infatti la grintosa giurista che ha maturato una significativa esperienza sia nella negoziazione di accordi stragiudiziali che nel contenzioso connesso alla crisi dei rapporti familiari con riferimento alle questioni patrimoniali ed alla costituzione di trust familiari, “rappresenta una scelta di grande civiltà giuridica e sottolinea che essere genitori non è solo un potere-dovere verso i figli”.
E a proposito di poteri e doveri sui figli, visto che si parla tanto di figli contesi nelle separazioni, spetta sempre alla Della Corte, “è tristemente noto che i figli siano i primi a fare le spese delle liti e dei conflitti feroci tra i genitori e, alla prima udienza, non avendo il giudice la possibilità di indagare a fondo la reale situazione familiare, tende ad affidare i figli ad entrambi i genitori (il cosiddetto affidamento condiviso) ma collocandoli materialmente, nel 90% dai casi, presso la madre.
E, molto spesso – conclude l’avvocato Della Corte nella sua duplice veste di docente della Link Campus University – il provvedimento risponde alle concrete esigenze di accudimento dei minori, soprattutto se nella fase della prima infanzia”.
Normalmente sono le madri, infatti, a trascorrere il maggior tempo con i figli.
Nella vita quotidiana, però, spesso i matrimoni non finiscono per le infedeltà ma per seri problemi psicologici di uno dei due coniugi: l’era di internet ha introdotto nuove devianze comportamentali delle quali sono vittime sempre più le donne.
Ciò comporta che, sempre più frequenti sono i casi in cui i giudici decidono di affidare i figli, anche in tenera età, ai padri “perché ritenuti allo stato i più idonei alla cura e al mantenimento dei minori” come recita una recentissima sentenza del Tribunale di Roma.
La società ha riconosciuto, insomma, la capacità dei padri ad essere dei “buoni genitori”: un inizio di vera parità e di effettiva garanzia e tutela per i figli.
LE NUOVE MADRI MANIPOLATRICI VIOLENZA PSICOLOGICA E MINORI
Nei casi in cui le madri per distruggere la figura paterna manipolano i figli, convincendoli che “papà è cattivo”, vitale è che tali comportamenti siano posti all’attenzione del giudice.
Il caso più comune di plagio è la PAS, Sindrome di Alienazione Parentale, ed è alla base delle richieste di decadenza della potestà del genitore.
Il genitore si rende infatti responsabile di veri e propri maltrattamenti e violenze psicologiche sui figli, e pertanto i giudici per una serena crescita dei minori valuteranno di collocarli presso il padre.
TURBE PSICHICHE DELLA MADRE ALCOOL E DROGHE IN PRIMIS
Allorquando la madre sia affetta da turbe psichiche (sdoppiamento della personalità, border line, soggetto depresso o schizofrenico) e sia in cura con psicofarmaci o mostri segni di squilibrio, i giudici non la riterranno idonea all’educazione e cura.
Ugualmente accadrà nei casi in cui la madre faccia uso di stupefacenti ovvero abbia dipendenza dall’alcol: la scelta del Tribunale cadrà sull’altro genitore.
L’ATTIVITÀ INVESTIGATIVA SERVE A TUTELARE I MINORI
Un utilissimo strumento nelle mani del genitore, nel momento in cui il Tribunale abbia già deciso a chi affidare i figli, sono le indagini investigative condotte da società autorizzate dalla Prefettura ed altamente specializzate, che potranno indagare sui comportamenti tenuti dal genitore collocatario dei figli.
Un genitore incauto potrebbe tenere comportamenti che espongono a pericoli i bambini: esce di casa nelle ore notturne, lasciando soli in casa i minori, oppure ha frequentazioni dubbie o promiscue con forte pregiudizio per i figli.