Il Senato ha detto sì alle unioni civili, con 173 voti favorevoli e 71 contrari. Il testo approvato, dal titolo “regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, non prevede né la stepchild adoption né l’obbligo di fedeltà. L’agenzia Dire ha tracciato le novità. L’unione civile è istituita quale “specifica formazione sociale” tra due persone maggiorenni dello stesso sesso mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni. Con la costituzione dell’unione civile le parti assumono l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Si applica il codice civile sul regime patrimoniale della famiglia e la comunione dei beni.
Si regolano i diritti successori e le norme sulla reversibilità. Viene semplificato il procedimento per lo scioglimento dell’unione gay: basterà manifestare, anche disgiuntamente, la volontà di separarsi davanti all’ufficiale di stato civile. I conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un “contratto di convivenza”, redatto in forma scritta, a pena di nullità, con atto pubblico o scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato. Il contratto di convivenza si risolve per: accordo delle parti; recesso unilaterale; matrimonio o unione civile tra i conviventi o tra un convivente ed altra persona; morte di uno dei contraenti. In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento. Gli alimenti sono assegnati per un periodo proporzionale alla durata della convivenza. Ora la parola passa alla Camera. Ad oggi sono già ben oltre un milione le unioni di fatto registrabili, e il numero dei bambini nati fuori del matrimonio è ormai pari al 26% (uno su quattro). Dunque oggetto di tutela sul piano sostanziale e processuale è diventato, ancora prima del matrimonio come atto, il rapporto di coppia, quale condivisione di due vite e al tempo stesso osmosi di situazioni giuridiche tra loro differenti.