Cronaca

Un anno in coda per dirsi addio: così si allunga il divorzio breve

Grande richiesta per la procedura a 16 euro davanti al sindaco. Da Genova a Bari, ingorgo negli uffici: "Mancano i funzionari"

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ROMA. Un ingorgo di pratiche. Da Nord a Sud. Un anno a Genova e 7 mesi a Torino. Costa poco, è vero, 16 euro per la fine di un amore, ma il paradosso è che il divorzio breve, anzi quello "facile", è diventato lungo. Lunghissimo in alcuni casi, come a Bari, dove il primo appuntamento per separarsi non in tribunale, ma davanti all'ufficiale di stato civile, è per Natale del 2016. "Non ci aspettavamo una tale affluenza", dicono nelle anagrafi dei Comuni, "le richieste aumentano ogni giorno". È la contraddizione delle cose che funzionano: partita in sordina all'inizio dello scorso anno, la rivoluzione del divorzio senza giudici né avvocati, decisa per snellire gli arretrati monstre della giustizia civile, sta diventando sempre più importante.

Un fiume di coppie, età media 30 o 60 anni, che si mette in fila nei nuovi uffici "Divorzi e Separazioni" dei Comuni italiani, per concludere il proprio matrimonio fuori dalle aule della giustizia. Con il risultato che questa formula facile e low cost sta diventando invece lunga tanto quando un addio davanti al giudice. "Non ce la facciamo - ammette Angelo Tomasicchio, assessore ai Servizi demografici di Bari - Da noi l'ufficio è composto da una sola unità...La verità è che trasferendo le competenze ai Comuni si sono svuotate le aule giudiziarie e riempiti i nostri uffici". Non va meglio a Milano, dove i primi appuntamenti vengono fissati per il prossimo autunno. Più celere Roma, 60 giorni per essere convocati, veloce Napoli, con 30 giorni di lista d'attesa, e Firenze, dove il divorzio è davvero "fast" visto che per comparire davanti all'ufficiale di stato civile ci vogliono "soltanto" 25 giorni.

Proviamo a fare chiarezza. Da quasi un anno in Italia è in vigore il "divorzio breve", la legge 55 del 2015, che ha portato i tempi di attesa tra la separazione e il divorzio da tre anni a sei mesi. Ma oltre ad essere cambiati i tempi, sono cambiati anche i luoghi e i modi per lasciarsi. Non più soltanto in tribunale, ma anche, appunto, nei Comuni, con o senza avvocati. E all'anagrafe dirsi addio costa, unicamente, 16 euro. Un abbattimento di costi notevole, una procedura totalmente semplificata.

Un divorzio non per tutti, però, spiega Maria Rosaria Della Corte, presidente di "Family Help", neonata associazione di avvocati matrimonialisti. "Possono lasciarsi così soltanto coppie che siano consensuali, non abbiano figli minori, figli disabili, o figli maggiorenni non autosufficienti. E soprattutto non abbiano patrimoni da dividere. E quindi coppie molto giovani, o al contrario di età avanzata". Un segmento stretto dunque, gli amori che naufragano quando è ancora tutto da costruire, o alla fine di un matrimonio, quando l'atto di addio è soltanto una formalità.

Racconta Teresa, 28 anni, romana, due piercing e molti tatuaggi, davanti al palazzone dell'anagrafe di Roma in via Petroselli, cercando di sovrastare il rumore del traffico: "Marco e io ci siamo fidanzati a 16 anni, sposati a 22, ma poco dopo abbiamo capito che era tutto finito. Eravamo cresciuti e cambiati, non ci siamo più riconosciuti. Per fortuna non abbiamo fatto bambini. Siamo stati tra i primi a Roma a presentarci in Comune, l'anno scorso, nemmneno i funzionari sapevano ancora cosa fare. E adesso abbiamo divorziato, è stato facilissimo, ancora quasi non me ne rendo conto".

Appunto, così facile e semplice che le liste sono tanto lunghe da mandare in crisi gli uffici comunali. (A Milano 480 coppie in attesa). Perché, per adesso, a Torino come a Napoli, le "unità" distaccate ai divorzi e alle separazioni sono affidate a pochissimi funzionari. "La verità è che se questi sono i tempi - dice l'avvocato Della Corte - l'unico vero vantaggio è quello economico. Perché soprattutto se si passa alla formula con l'assistenza dei legali, le attese sono purtroppo ormai uguali a quelle dei tribunali". Eppure il divorzio low cost piace, come conferma Angelo Ottavianelli, direttore dell'Anagrafe di Roma. "A ricorrere a questo istituto sono perlopiù coniugi intorno ai 30 anni, oppure intorno ai 60. E il consenso è crescente: sono in aumento le coppie che, dopo aver ottenuto la separazione, si ripresentano nei nostri uffici per chiedere il divorzio".

Per Francesca Zanasi, avvocato matrimonialista milanese, nonostante i problemi, il divorzio facile è una rivoluzione all'interno della rivoluzione del divorzio breve. "Sì, nelle grandi città i Comuni sono ingolfati, ma nei piccoli centri invece il servizio funziona benissimo. La verità è che, alla partenza della legge le anagrafi si sarebbero dovute riorganizzare, era evidente che la formula avrebbe avuto successo. Ma in un Paese come il nostro, dove divorziare era lungo, difficile e costoso, potersi lasciare quasi gratis, o comunque accorciando drasticamente i tempi, è davvero un grande servizio ai cittadini".